IMG 5623La sede

Il Palazzo dell'Accademia sorge là dove in precedenza esisteva un edificio di fondazione medioevale le cui vestigia si intravedono nelle fronti affacciate sulle vie Pomponazzo e Ardigò. Appartenuto dopo il 1530 a Ferrante Gonzaga (figlio dei marchesi Francesco II e Isabella d’Este), quindi dal 1557 al figlio Cesare, quest’ultimo vi insediò nel 1562 l’Accademia degli Invaghiti e, probabilmente, anche un piccolo teatro. Fu qui che, nel 1607, Claudio Monteverdi diede la prima rappresentazione del melodramma Orfeo. Dal 1610 ospitò l’Accademia Letteraria degli Invitti (quella degli Invaghiti passò in Palazzo Ducale), detta dal 1648 dei Timidi. Le dette aggregazioni sono le dirette ascendenti dell’odierna Accademia Virgiliana, una fra le più antiche d’Italia. Ottenuta la «real protezione» dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria con decreto del 2 ottobre 1752, fu successivamente costituita in Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere con decreto dell’imperatrice del 9 novembre 1767. Successivamente a essa si aggregarono l’Accademia di Pittura, Scultura e Architettura (costituita sempre nel 1752), la Filarmonica, la Colonia di Arti e Mestieri e quella Agraria. Fu così che il rettore, il conte Carlo di Colloredo, si attivò per rinnovarne la sede. Venne innanzitutto demolito il teatrino cinquecentesco, plausibilmente a gradoni, per costruire una nuova sala a palchetti il cui progetto fu affidato nel 1767 all’architetto Antonio Galli Bibiena. Ultimato nel 1769 il teatro, detto appunto «scientifico», destinato alle pubbliche riunioni accademiche, alle recite e ai concerti, si pensò al riassetto dell’intero edificio. Fu così che l’architetto veronese Paolo Pozzo curò, fra 1773 e 1775, le realizzazione del progetto che, nel 1770, Giuseppe Piermarini aveva redatto per il nuovo Palazzo dell’Accademia. Di mano del progettista del Teatro alla Scala di Milano restano a tal proposito 4 disegni conservati presso la Biblioteca Comunale di Foligno. Essi furono preferiti a quelli redatti, quello stesso anno, dall’architetto mantovano Gaetano Crevola (oggi conservati nell’Archivio di Stato di Milano) e da Antonio Galli Bibiena. Il Pozzo non rinunciò ad apportare modifiche al progetto del folignate, come nella sala delle sessioni accademiche (comunemente detta del Piermarini) nel cui progetto originario aveva ravvisato la permanenza di ornamentazioni rococò che contrastavano con le istanze neoclassiche di cui era alfiere. Dopo la demolizione dell’attigua chiesa di Santa Maria del Popolo, il fianco del palazzo (quello affacciato su Piazza Dante) è stato riordinato nel 1891 imitando la partitura architettonica pensata da Piermarini per la facciata.

Atrio e scalone d'ingresso

L’Accademia occupa locali al primo piano del Palazzo. Vi si accede dal civico n° 47 di Via Accademia, posto accanto all’ingresso del Teatro Scientifico. Percorrendo l’andito carraio, si gira a sinistra prima di immettersi nel cortile e si raggiunge il piano del portico più alto di due gradini. Da qui parte lo scalone a due rampe che conduce al primo piano.

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Galleria dell'armamentario chirurgico

Giunti al primo piano, sulla sinistra si accede a locali del Teatro e, sulla destra, si entra in Accademia da una vetrata con porta che separa il pianerottolo di sbarco dello scalone dal corridoio di ingresso. Delle due vedute del corridoio, la prima guarda verso l’accesso dallo scalone e la seconda dallo scalone verso la Sala ovale.

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Biblioteca

 

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Sala Ovale

ll lavoro svolto dagli Accademici viene tradizionalmente presentato alla Comunità in questa Sala, le cui caratteristiche architettoniche la rendono idonea a principale ambiente di rappresentanza.
A tal fine questo locale è dotato di dispositivi informatici e multimediali che facilitano il dialogo con il pubblico.

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Salottino Simbeni

 

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Ufficio di Presidenza

 

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Archivio

 

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Galleria degli Artisti

 

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Ufficio di Segreteria

 

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Sala della musica

 

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Ufficio Consiglio di Presidenza

 

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